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giovedì 28 agosto 2014

Il prof. Settis a Sgarbi: «I Bronzi di Riace non sono soprammobili»

«I Bronzi di Riace non devono diventare commessi viaggiatori della cultura. La cultura non è un’impresa di traslochi, e anche quando un’opera sia trasportabile non è detto che debba essere “movimentata”. Deportare i Guerrieri come fossero soprammobili non è un progetto ma un trucco mediatico». È quanto sostiene l’autorevole storico dell’arte e saggista Salvatore Settis (professore emerito di Archeologia classica alla «Normale» di Pisa e Accademico dei Lincei) dopo l’assurda insistenza del critico Vittorio Sgarbi sul trasferimento dei Bronzi di Riace a Milano per l’Expo 2015. «Per di più, è vano nascondere che, se mai i Bronzi di Riace venissero trasportati all’Expo, fatalmente continuerebbero a girare tutto il mondo, in occasione di Olimpiadi, G8 ed altri eventi per cui in passato furono chiesti e negati».
«I Bronzi», afferma ancora il prof. Settis (nella foto), «sono opera delicatissima e il giudizio sulla loro intrasportabilità è stato dato e ribadito dall’Istituto centrale per il Restauro e dalla Soprintendenza: un capovolgimento di questo parere tecnico mi pare davvero molto difficile, visto che nulla di nuovo è intervenuto».
Il prof. Settis poi aggiunge: «I Bronzi sono il “pezzo forte” del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (che nei progetti del ministro Dario Franceschini è tra i musei di importanza nazionale), un Museo assai sfortunato perché da anni chiuso o semichiuso, ma ricchissimo di materiali straordinari. I Bronzi di Riace, che dalla riapertura del museo stanno attirando un numero crescente di turisti, dovrebbero (anziché viaggiare qua e là) innescare un processo virtuoso di ripensamento delle strategie espositive e attrattive di quel Museo: aprirlo nella sua interezza, renderlo più interessante per tutti, contribuire alla vita culturale della Calabria. Dio sa quanto una città come Reggio ne avrebbe bisogno».

lunedì 25 agosto 2014

Camigliatello, la Cultura è di casa nel cuore della Sila

Per il quinto anno consecutivo (da oggi, fino al 31 agosto), Camigliatello Silano ospita «La Settimana della Cultura Calabrese», organizzata dall’Universitas Vivariensis di Cosenza, col patrocinio del Comune di Spezzano della Sila. Il tema conduttore dell’edizione 2014 sarà il dialetto. Un tributo alla memoria del grande poeta dialettale Michele De Marco, meglio noto sotto il nome di «Ciardullo». Al vernacolo calabrese verranno dedicati, oltre alla presentazione di libri e alla proiezione di filmati, anche incontri con poeti, scrittori, giornalisti, musicisti e cantautori.
«La Settimana della Cultura Calabrese», dunque, si conferma come luogo del ricordo di personaggi e avvenimenti, particolarmente degni di attenzione, sia da parte del giornalismo che del mondo letterario. Nella giornata inaugurale si parlerà di Fausto Gullo, il «ministro dei contadini», di Girolamo De Rada, il vate della letteratura albanese (nel bicentenario della nascita), del poeta Franco Costabile, del senatore Mario Giuseppe Militemi e del 550° anniversario di San Francesco di Paola e della «miracolosa sua traversata»  nello Stretto di Messina.
Tredici le mostre in programma. Una è dedicata al settimanale umoristico «Ohè!», diretto da Ciardullo (le cui pubblicazioni, purtroppo, durarono soltanto un anno: dal 1924 al ‘25). Un’altra riguarda l’attività politica dell’avvocato e politico Fausto Gullo. Ma va segnalata anche la mostra «Segni del sacro in Calabria: tra pini e vette, la statua del Redentore del Montalto sull’Aspromonte e il monumento al Cristo a Montescuro».
Numerose, anche le iniziative collaterali, come il Torneo nazionale «do’ Strummulu», giunto ormai alla sua quarta edizione.
Domenica 31 agosto, poi, la giornata conclusiva con l’assegnazione del «Premio Cassiodoro 2014». Col tema di quest’anno («Insieme... e di più») fra l’altro si è voluto sottolineare il valore dello stare insieme.
«Camigliatello Silano», insomma - come sottolinea in una nota-stampa l’avv. Tiziano Gigli, sindaco di Spezzano della Sila - «diventa, per una settimana all’anno, Capitale della Cultura Calabrese. Una scommessa vinta, grazie all’impegno e alla passione di quanti si spendono (gratuitamente) per questa iniziativa; una “7 giorni” silana che va maggiormente sostenuta e valorizzata».

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lunedì 18 agosto 2014

Palmi, il 31 agosto la Varia festeggia il riconoscimento Unesco

La Varia di Palmi riaccende i motori, a distanza di appena un anno dalla sua ultima edizione, per celebrare in grande stile il riconoscimento attribuito dall’Unesco, come patrimonio immateriale dell’umanità. Lo straordinario evento è in programma per il 31 agosto, anche la macchina organizzativa ha già aperto i battenti da sabato mattina. In piazza Cavour è stata infatti inaugurata una grande mostra video-fotografica sul rapporto uomo-natura e sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che include pure la Sila (recentemente annoverata nell’elenco uomo-biosfera dell’Unesco) e il «Codex Purpureus Rossanensis», conservato nel Museo Diocesano d'Arte Sacra di Rossano, in provincia di Cosenza. «L’obiettivo», come sostiene Paola Nardi, responsabile del progetto Unesco, «è quello di dare grande visibilità al patrimonio culturale per far prendere coscienza della sua importanza e favorire il dialogo tra le comunità culturali, per fare della cultura e del turismo sostenibile il vero futuro della Calabria».

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sabato 16 agosto 2014

Scilla in passerella, conclusa con successo l'edizione 2014

«Un faro mentale che ha ricordato - in ogni momento della navigazione - il punto di partenza, usando la passerella dell’imbarcazione come ponte. Un ponte che ha deciso di sostare in tutte le contraddizioni e le potenzialità della Calabria»

Da piazza San Rocco, ancora, per superare l’arroccamento. E affrontare il rischio della parola in uno spazio pubblico. Per ricominciare, insieme, a porsi delle domande. «C’è una società che ha presentato alla Regione Calabria un progetto per realizzare un porto turistico a Scilla. Cinque anni fa. È da cinque anni che la commissione regionale deve pronunciarsi. È mai possibile?», ha esordito così il commissario prefettizio di Scilla, Aldo Aldi - intervistato dal giornalista Filippo Teramo - a «#Calabriaoltre i commissariamenti», l’appuntamento che ha concluso l’edizione 2014 di «Scilla in passerella», rassegna culturale organizzata dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di «Ossi di Seppia» e «Sabbiarossa Edizioni». La differenziata da settembre, Chianalea isola pedonale entro ottobre, con parcheggi assegnati nelle vicinanze ai residenti e telecamere per segnalare i contravventori;  la questione dei fuochi della festa patronale risolta, autorizzando il trionfino ma non gli spari verso l’alto...
L’incantesimo di «Scilla in Passerella», insomma, si è ripetuto ancora, dimostrando come sia possibile creare spazi di libertà semplicemente dialogando. E mettendosi in gioco. Non è stata una passerella di moda, quella declinata negli otto appuntamenti, dal 5 al 14 agosto, che hanno visto ventisette ospiti (tra scrittori, magistrati, giornalisti e protagonisti della politica) dibattere ed esporsi su alcuni dei temi più scottanti dell’attualità, ma - vista la partecipazione e i numerosi consensi ottenuti - la Rassegna intende diventarlo. Ripartendo dalla navigazione sulla passerella del pescespada: il tentativo di superare la sindrome dell’arroccamento, della chiusura in se stessi, per riprendere il mare, ricominciando a navigare, come gli antichi pescatori ma andando oltre le rotte e le chiacchiere consuete. Di qui, dunque, #Calabriaoltre. Non solo un hashtag, ma un faro mentale che ha ricordato - in ogni momento della navigazione - il punto di partenza, usando la passerella dell’imbarcazione come ponte. Un ponte che ha deciso di sostare in tutte le contraddizioni e le potenzialità della Calabria. A partire da «#Calabriaoltre la passerella» (l’anteprima del 5 agosto, al ristorante Bleu de Toi) in cui l’equipaggio, accompagnato dalle note della soprano Eleonora Pisano, si è presentato su una pedana sul mare che è anche una piattaforma per fare rete in una regione che vive di reciproche diffidenze. Diffidenze ricordate dal giudice Nicola Gratteri in piazza San Rocco, il 7 agosto, durante «#Calabriaoltre i tribunali», quando - incalzato dalla giornalista e scrittrice Paola Bottero - ha ricordato l’importanza di una «educazione alla cultura della cooperazione»  perché «anche nei paesi a più alta densità mafiosa, la mafia resta minoranza. Ma organizzata e ordinata, mentre noi viaggiamo in ordine sparso». Com’è possibile quindi che passi l’equazione Calabria-‘ndrangheta? «La colpa è anche di noi magistrati» ha precisato un inedito Nicola Gratteri. «Molte volte, forse per fretta, ci facciamo usare dalla stampa italiana. Dobbiamo stare attenti: occorre dire le cose ma non pensare che tutta la Calabria sia ’ndrangheta, altrimenti facciamo il loro gioco». La necessità di fare autocritica è stata anche al centro di «#Calabriaoltre il pregiudizio», in cui, venerdì 8 agosto con il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, il leader dei «Mattanza», Mimmo Martino, e i giornalisti Manuela Iatì, Consolato Minniti e Alessandro Russo - moderati da Josephine Condemi e Filippo Teramo - ci si è domandati come e perché lo stereotipo possa diventare una maschera calata a forza su di un popolo. «L’antico pregiudizio anticalabrese, dopo il 2005 con l’omicidio Fortugno (grazie ad una narrazione mediatica compiacente) si è trasformato in una sorta di mostro», ha sottolineato Russo, autore del saggio-inchiesta «Marchiati», «ma si può dire la verità e raccontare questa terra senza marchiare tutti come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta». Superare il marchio di terra da evitare, passando anche dalla riscoperta del massiccio aspromontano, sabato 9 agosto a «#Calabriaoltre l’Aspromonte», con Giuseppe Bombino, presidente Ente Parco, Cosimo Sframeli (carabiniere e scrittore), le testimonianze dei sequestrati, Rocco Lupini e Fausta Rigoli - moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo - e la zampogna «’a moderna» di Filippo Spanò (una magica alternanza tra suoni acuti a gravi), ha declinato la doppia narrazione di un territorio che vuole rinascere. E proprio di rinascita - che non può prescindere dal sostare nelle commistioni tra sacro e profano - si è discusso a «#Calabriaoltre gli inchini», domenica 10 agosto, con Giovanni Ladiana, padre superiore dei Gesuiti di Reggio Calabria, il quale ha ricordato che «il Vangelo non è una clava ma un’interrogazione alla coscienza». All’appuntamento - moderati da Josephine Condemi -  ha preso parte parte il pm antimafia Stefano Musolino e i giornalisti Alessio Magro, Alessandro Russo e Paola Bottero. E di interrogazioni alla coscienza con relativa autocritica di governanti e governati si è trattato a «#Calabriaoltre il declino della politica», con Giuseppe Raffa (presidente della provincia di Reggio Calabria), Nino Foti (vice coordinatore regionale FI) e i consiglieri regionali Demetrio Naccari e Mimmo Talarico, moderati da Alessandro Russo. L’equipaggio di «Scilla in Passerella» ha quindi sostato nel silenzio, nelle crepe dei non detti e dei tabù a «#Calabriaoltre la narrazione»,  mercoledì 13 agosto, in cui il pm antimafia Antonio De Bernardo, il regista Fabio Mollo e gli scrittori Paola Bottero e Mimmo Gangemi - moderati sempre da Alessandro Russo - si sono interrogati sui cortocircuiti tra realtà e rappresentazione mediatica.  «Per narrare la Calabria non si può prescindere dal raccontarne i silenzi, superandoli cercando di ascoltare», ha sottolineato Paola Bottero, autrice del romanzo «Cartavetrata». «Quando l’apparenza diventa sostanza», ha continuato la giornalista, «è facile usare la Stampa per raccontare una realtà sublimata. Ognuno di noi può passare il segno, diventare colui che lancia il personaggio e non la notizia. Noi giornalisti rischiamo di fare quanto già sperimentato dai politici: creare uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si racconta». 
Fare rete, ricaricando di significato parole e momenti in quanto calabresi, riattivare circuiti virtuosi rimettendosi in gioco, è stato il filo conduttore di «Scilla in Passerella», patrocinata dal Comune di Scilla e dalla Provincia di Reggio, a cui si sono affiancati l’hotel «Le Sirene», il «Lido Francesco» e il ristorante «Bleu de Toi», che hanno messo a disposizione le location, mentre hanno aiutato nella logistica, i partner, che si sono imbarcati credendo nell’orizzonte #oltre: «Scilla Eventi», «Progetto 5», «Radio Touring 104» e «Gal Basso Tirreno». Una Rete destinata ad allargarsi. Nella piena convinzione che andare «oltre» si può. E si deve.

Scilla in passerella

giovedì 14 agosto 2014

Alla scienziata calabrese Sandra Savaglio il Premio Casato Prime Donne 2014

Alla scienziata calabrese Sandra #Savaglio (uno dei «cervelli italiani in fuga» che in autunno ritorna in #Calabria per insegnare all'Università di Arcavacata) il Premio Casato Prime Donne 2014. Cerimonia di premiazione: il 14 settembre, a Montalcino. La giuria (presieduta da Francesca Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione) ha deciso di assegnare il premio all'astrofisica Sandra nativa di Marano Marchesato (CS), proponendola come esempio delle donne che scelgono di scommettere sul futuro dell’Italia e tornano per costruirlo. 
Quarantasette anni, sportiva, giramondo, innamorata del cosmo, Sandra Savaglio ha un aspetto assolutamente diverso da Margherita Hack (scomparsa lo scorso anno) ma condivide con lei la grinta e la capacità di comunicare.  Nel 2004, il «Time» dedicò a Sandra Savaglio la copertina e un titolo emblematico «How Europe  lost its science stars». 
Servizio di Marzia Morganti Tempestini su http://laltracalabria1.wordpress.com - http://laltracalabria.tumblr.com